Tutto nasce dall’esigenza di una struttura sanitaria di procurarsi un farmaco ospedaliero, quello cosiddetto di categoria H. Una necessità imprescindibile, sia per i pazienti ricoverati sia per gli esterni che ricorrono per le proprie cure alla farmacia dell’ospedale. Quel farmaco, che risponde a una domanda fondamentale di salute, deve fare anche i conti con una catena di approvvigionamento e con una programmazione di spesa sanitaria dell’ente. Obiettivo: soddisfare i bisogni presenti e prevedere quelli futuri. Per l’assistito significa non dover attendere o rinunciare a quel farmaco; per la farmacia la possibilità di pianificare nel breve e medio periodo il suo acquisto o valutare le alternative.
In Lombardia e Piemonte è partito il progetto Phaser, uno strumento di analisi predittiva in grado di intercettare l'impatto economico dei nuovi farmaci in arrivo. Sviluppato dal centro di ricerca S.A.V.E. e da Roche, con la collaborazione della Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo), Phaser ribalta il concetto di spesa storica, finora utilizzata per la programmazione della spesa farmaceutica, “contribuendo fattivamente a un’allocazione delle risorse più puntuale e appropriata, basata sulla reale innovazione che irromperà nel corso dell’anno”, dice Isabella Neri, Integrated Access Manager di Roche Italia.
Collegato con Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, e Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, Phaser “pesca” da un database sempre aggiornato attraverso l’Horizon Scanning - Orizzonte farmaci - cioè l’attività degli enti regolatori di identificazione sistematica di tecnologie sanitarie nuove, emergenti o obsolete e potenzialmente in grado di produrre effetti sulla salute, sui servizi sanitari e sulla società. Una funzione strategica per identificare e valutare precocemente nuovi medicinali e nuove indicazioni terapeutiche di medicinali già in commercio che, una volta sul mercato, potrebbero avere un impatto clinico ed economico significativo sul Servizio Sanitario Nazionale.
Questo permette un cambio di paradigma perché, sottolinea Neri, “Phaser combina la Budget Impact Analysis (BIA) e l’analisi per gruppo farmacologico (ATC), valutando le implicazioni finanziarie legate all’adozione di nuove tecnologie sanitarie (siano essi medicinali equivalenti, biosimilari e innovativi) e analizzando le quantità di farmaci necessari a seconda dell’area terapeutica”. Con uno strumento del genere, scientificamente validato, la programmazione obbligata non viene più lasciata all’iniziativa e alla capacità del singolo farmacista, ma viene condivisa su scala più ampia, con risultati reali e misurabili.
“L’implementazione di Phaser - aggiunge Antonella Anselmi - Healthcare System Partner di Roche Italia - potrebbe facilitare sia la programmazione sia la gestione della spesa farmaceutica nelle farmacie ospedaliere, così da migliorare l’efficienza del servizio stesso, garantendo al contempo sostenibilità economica a tutta la governance a livello aziendale e, scalando, regionale”. In questo senso l’impegno di Roche nella co-creazione di valore è tangibile: da una richiesta specifica di un farmacista è stato possibile comprendere l’esigenza di un modello previsionale allargato e quello che doveva essere un progetto circoscritto a un’unica regione presto sarà esteso a tutta Italia.
Cuore dell’iniziativa è un gruppo di lavoro formato da sette farmacisti ospedalieri, coordinati dal Dott. Vito Ladisa, dell’Istituto Tumori di Milano, che ha messo sul tavolo i bisogni di ciascuna struttura sanitaria di passare da una gestione corrente delle attività a una fase di pianificazione strategica in grado di rispondere alle nuove sfide assistenziali. C’è poi l’impegno della Società italiana di farmacia ospedaliera che ha permesso di fare rete a livello nazionale. E la disponibilità di Roche di lavorare in partnership con tutti i soggetti coinvolti, per mettere in comune risorse e progettualità, per il bene dei pazienti.
Il modello Phaser, descritto nel dettaglio in un articolo pubblicato su
Oggigiorno le farmacie ospedaliere sono diventate un centro di grande responsabilità perché, se da una parte assicurano quello che hanno sempre fatto, e cioè il processo di approvvigionamento dei farmaci nei diversi reparti garantendo continuità e presenza 365 giorni all'anno, dall’altro stanno sempre di più acquisendo un ruolo importante nel riuscire a trovare il miglior compromesso tra la domanda di salute e la sostenibilità economica che deriva dalle scelte degli acquisti dei beni farmaceutici.