La figura dell’infermiere di ricerca, o Clinical Research Nurse, nasce negli Stati Uniti intorno agli anni sessanta quando, all’interno delle Unità di ricerca clinica, veniva fornita una formazione specifica al personale sanitario infermieristico su aspetti quali l’osservazione dei pazienti al fine di identificare segni precoci di eventi avversi, la registrazione puntale dei relativi dati, la preparazione e la raccolta dei campioni. Una vera definizione del ruolo professionale arriva, sempre negli USA, nel corso degli anni ottanta e nell’ambito della ricerca oncologica. Ma quali sono le mansioni specifiche di un Infermiere di Ricerca?
"L’infermiere di ricerca è una figura altamente specializzata, ancora misconosciuta nel panorama italiano e parte integrante di un’equipe multidisciplinare. L’infermiere di ricerca si prende cura della persona a 360 gradi tramite un approccio integrato e olistico, a partire dall’erogazione diretta dell’assistenza”.
L’infermiere di ricerca svolge oggi un ruolo di garante anche dal punto di vista etico nella tutela dei pazienti inclusi all’interno di un progetto di ricerca clinica.
"La caratteristica principale di un buon gruppo di ricerca è la capacità di saper collaborare. All’interno di un gruppo di ricerca troviamo figure con diverse competenze come infermieri, clinici e psicologi. La collaborazione fa sì che ognuno metta a disposizione del gruppo le proprie competenze per garantire la qualità di un progetto di ricerca”.
Ad oggi, la professione infermieristica è l’unica che prevede all’interno del proprio percorso di studi l’acquisizione di competenze anche dal punto di vista della ricerca, a partire già dalla laurea triennale fino alla successiva formazione post-universitaria.
"La mission dell’infermiere di ricerca è anche quella di produrre dei dati attendibili, leggibili, oggettivabili e ripetibili perché l’iter delle sperimentazioni cliniche porta anche all’autorizzazione di nuovi farmaci che, rispetto al campione statistico iniziale incluso nello studio, verranno poi utilizzati da una popolazione più eterogenea e più ampia.”
Secondo Gianluca Pucciarelli in Italia si fa una buona ricerca e i dati lo dimostrano, nonostante spesso i ricercatori italiani abbiano finanziamenti inferiori a quelli dei loro colleghi europei; proprio per questo il ruolo delle aziende private diventa fondamentale affinché aumentino i fondi a disposizione.
È in questo quadro che l’impegno di Roche Italia si concretizza attraverso la terza edizione del Bando Roche a supporto delle figure di Data Manager e Infermieri di Ricerca. Il Bando, che scade il 20 maggio 2022, premierà 10 Enti candidati a cui sarà destinato un finanziamento di 30.000 euro ciascuno per identificare altrettante figure di Data Manager e/o Infermieri di Ricerca, ciascuna per un incarico della durata di 12 mesi. Le aree terapeutiche interessate sono: oncologia, ematologia oncologica, oftalmologia, neuroscienze e coagulopatie ereditarie.
A sottolineare l’importanza della trasparenza come parte integrante del Bando, i progetti candidati verranno valutati e selezionati da una organizzazione esterna indipendente, la Fondazione GIMBE.