Il valore della diagnostica nella gestione dello scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco è una condizione cronica che colpisce milioni di pazienti in tutto il mondo. Il suo impatto sulla salute e la qualità di vita delle persone che ne sono affette può essere elevato, soprattutto se non diagnosticato precocemente e adeguatamente gestito nella sua fase cronica.1,2

Che cos’è lo scompenso cardiaco?

Il cuore fornisce ossigeno e sostanze nutritive a tutte le cellule del corpo, oltre a eliminare le “sostanze di scarto” attraverso il flusso sanguigno.

Lo scompenso cardiaco è una condizione in cui il cuore non è più in grado di pompare il sangue in maniera adeguata alle richieste dell’organismo: gli organi e i tessuti ricevono quantità insufficienti di ossigeno per le loro esigenze metaboliche e si genera un accumulo di liquidi (edema) a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti.

Per compensare il cuore

Si allarga.

Per aumentare la quantità di sangue pompato, le camere cardiache crescono e si allungano, cercando di avere contrazioni più forti. Come conseguenza, il sangue inizia a trattenere liquidi e i polmoni possono congestionarsi; il  battito cardiaco può diventare irregolare.


Aumenta la massa muscolare.

Poiché le cellule del cuore si contraggono con più forza, la massa muscolare aumenta. Ciò aiuta il cuore a pompare più forte, anche se, nel tempo, questo diminuisce e indebolisce il cuore.

Pompa più rapidamente.

Inizialmente, poiché il cuore batte più velocemente, può pompare più sangue. 

Ma, a lungo andare, l'accelerazione dei battiti cardiaci indebolisce nuovamente il cuore.

L'accuratezza della diagnosi, basata solo sull'anamnesi e sulla valutazione clinica, è complicata in quanto i sintomi dello scompenso cardiaco sono spesso aspecifici e quindi difficili da interpretare. 3,4

Di fondamentale importanza è la diagnosi differenziale, volta ad escludere l’eventualità che i sintomi siano causati da malattie polmonari, come bronchiti croniche, eventuali focolai polmonari, asma ed enfisema, per indirizzare il paziente al corretto percorso diagnostico terapeutico.

Come viene diagnosticato lo scompenso cardiaco?

Dopo visita clinica e anamnesi, in caso di sospetto scompenso cardiaco è necessario effettuare una valutazione di primo livello che, oltre all’elettrocardiogramma (ECG), prevede  l’esame dei peptidi natriuretici effettuato con prelievo di sangue (test  importante sia per la diagnosi differenziale che per la prognosi), l’esecuzione di una radiografia del torace e di un ecocardiogramma con cui è possibile valutare la quantità di sangue emessa in circolo (frazione di eiezione) oltre che altre alterazioni morfologiche. 

Peptiti natriuretici: sono ormoni normalmente prodotti nel cuore e rilasciati in caso di stiramento delle pareti cardiache. La misurazione della loro concentrazione nel sangue è di fondamentale importanza per rilevare e valutare la presenza di scompenso cardiaco.

NT-proBNP: è una proteina inattiva (cioè priva di funzioni biologiche note) che fa parte della famiglia dei peptidi natriuretici; viene prodotta dalle cellule dei ventricoli cardiaci (in particolare il sinistro)  e rilasciato nel sangue quando il cuore è eccessivamente affaticato. E’ considerato un marcatore cardiaco affidabile per la diagnosi di scompenso cardiaco poiché è chimicamente più stabile rispetto ad altri marcatori, ed è capace quindi di rimanere nel sangue per più tempo.

Biomarcatore/biomarker:  è un indicatore biologico, genetico o biochimico, come una sequenza di DNA o una proteina, che è correlato con l’insorgenza o lo sviluppo di una data patologia o con una risposta a un determinato trattamento.

Che ruolo svolgono i peptidi natriuretici nella diagnosi di scompenso cardiaco?

I peptidi natriuretici, come NT-proBNP, forniscono risultati aggiuntivi e oggettivi per supportare la diagnosi e la gestione dello scompenso cardiaco. Ad esempio, nei pazienti con sintomi sospetti ma non specifici (quindi potenzialmente riconducibili a diverse patologie), l'NT-proBNP che viene rilasciato nel sangue può aiutare a capire se questi siano causati da scompenso cardiaco o  meno.1,2,7

Il test dei peptidi natriuretici, come NT-proBNP, può fornire un valido aiuto nelle seguenti situazioni:

  • nelle situazioni di emergenza: aiuta nella diagnosi, valuta la gravità della malattia e il rischio di eventi avversi,1,2,6 supportando la decisione clinica relativa all’ospedalizzazione o dimissione del paziente.3

  • Nello studio del medico di medicina generale: supporta l’eventuale decisione clinica di indirizzare il paziente ad una visita specialistica cardiologica per ulteriori esami.1,7,8

  • Nel lungo periodo, presso l'ambulatorio del cardiologo o del medico di medicina generale, può supportare i medici a monitorare la progressione della malattia e a gestirla in modo appropriato.4,5,9,10

  • Per le persone affette da diabete di tipo 2: lo scompenso cardiaco è la forma più comune di complicanza cardiovascolare a cui possono andare incontro i pazienti con diabete di tipo 2, che ne colpisce circa il 30%: agire per limitare questo rischio diventa prioritario, considerato l’impatto che questa patologia può provocare su di loro in ottica di peggioramento delle condizioni cliniche e di ricovero ospedaliero: basti pensare che un ritardo nell’intensificazione del trattamento di un anno viene associato a un aumento del rischio di ben il 64%. L’utilizzo del biomarcatore cardiaco NT-proBNP permette una valutazione precoce del rischio di scompenso cardiaco nei pazienti affetti da diabete di tipo 2, dando la possibilità al clinico di effettuare un monitoraggio più preciso e, nel caso, poter intervenire in maniera tempestiva.15,16,17,18, 19

Se un paziente presenta NT-proBNP nel sangue, la diagnosi di scompenso cardiaco è molto probabile, a meno che il livello del peptide non sia inferiore a una certa soglia.1,2,7

Se un paziente presenta livelli elevati di NT-proBNP nel sangue, a lungo termine e indipendentemente dai farmaci assunti, la prognosi è compromessa.9,10,11 Inoltre, NT-proBNP può essere utilizzato per monitorare lo scompenso cardiaco nel tempo e identificare quali pazienti sono stabili o migliorano e quali sono in peggioramento e ad alto rischio di ospedalizzazione o mortalità. 1,2

Cos’è l’ NT-proBNP?

L'NT-proBNP è una proteina rilasciata nel sangue dal cuore quando questo è eccessivamente affaticato.

In presenza di livelli bassi di NT-proBNP è possibile escludere la presenza di scompenso cardiaco. 1,2,7 Livelli elevati di NT-proBNP nel sangue possono essere indice di scompenso cardiaco1,2,12; i livelli tendono ad aumentare con la gravità della malattia.13

Durante il monitoraggio dello stato del paziente nel tempo, i livelli di NT-proBNP forniscono informazioni sulla progressione o sul miglioramento delle sue condizioni. Le informazioni fornite sono valide indipendentemente dal farmaco assunto dal paziente.9,10,11

Poter disporre di un quadro clinico completo, e delle giuste informazioni oggettive, consente ai medici di prendere le decisioni più adeguate nella gestione dello scompenso cardiaco, a beneficio del paziente.

Referenze

  1. Yancy, et al. (2013). 2013 ACCF/AHA guideline for the management of heart failure: executive summary: a report of the American College of Cardiology Foundation/American Heart Association Task Force on practice guidelines. Circulation,128(16):1810-52, 11.

  2. Ponikowski, P. et al. (2016). 2016 ESC Guidelines for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure: The Task Force for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure of the European Society of Cardiology (ESC) Developed with the special contribution of the Heart Failure Association (HFA) of the ESC. Eur Heart J, 37(27): 2129-2200.

  3. Hummel A. et al. (2015). De novo acute heart failure and acutely decompensated chronic heart failure. Dtsch Arztebl Int; 112: 298–310.

  4. Pang PS et al. (2015). The role of the emergency department in the management of acute heart failure: An international perspective on education and research. Eur Heart J Acute Cardiovasc Care.[Epub ahead of print]

  5. Hobbs, F.D. et al (2002). Reliability of N-terminal pro-brain natriuretic peptide assay in diagnosis of heart failure: cohort study in representative and high risk community populations. BMJ., 324(7352), 1498

  6. Stienen S, al. (2015). Challenging the two concepts in determining the appropriate pre-discharge N-terminal pro-brain natriuretic peptide treatment target in acute decompensated heart failure patients: absolute or relative discharge levels? Eur J Heart Fail;17(9):936-944.

  7. Rutten et al. (2016). EPCCS Practical Guidance on Heart Failure Diagnosis and Management in Primary Care. Web version:

  8. Taylor et al. (2017). Primay care REFerral for EchocaRdiogram (REFER) in heart failure: a diagnostic accuracy study. Br J Gen Pract. 2017 Feb;67(655):e94-e102

  9. Januzzi JL, Throughton R. (2013) Are Serial BNP Measurements Useful in Heart Failure Management? Serial Natriuretic Peptide Measurements Are Useful in Heart Failure Management. Circulation;127:500-508.

  10. Zile MR, et al.(2016) Prognostic Implications of changes in N-Terminal Pro-B-Type Natriuretic Peptide in Patients With Heart Failure. J Am Coll Cardio;68:2425-2436.

  11. Jhund PS, McMurray JJV. (2016). The neprilysin pathway in heart failure: a review and guide on the use of sacubitril/valsartan. Heart Published Online First : 26 May 2016. doi:10.1136/heartjnl-2014-306775

  12. All-Party Parliamentary Group on Heart Disease (APPG). Report : Focus on Heart Failure : 10 recommendations to improve care and transform lives. Web:

  13. Januzzi JL, et al. (2006). NT-proBNP testing for diagnosis and short-term prognosis in acute destabilized heart failure: an international pooled analysis of 1256 patients: the International Collaborative of NT-proBNP Study. Eur Heart J.;27:330–337.

  14. Strimbu K, Tavel JA. (2010). What are Biomarkers? Curr Opin HIV/AIDS 5(6): 463-466

  15. Paul SK et al. Cardiovasc Diabetol. 2015;14:100. Published 2015 Aug 7. doi:10.1186/s12933-015-0260-x

  16. Huelsmann M, et al. J Am Coll Cardiol. 2013;62(15):1365-1372

  17. Pop-Busui, R. et al (2022). Diabetes Care, 45(7)

  18. Marx N et al. Eur Heart J . 2023 Oct 14;44(39):4043-4140

  19. Diabetes Care 2024;47(Supplement_1):S179–S218

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