La preeclampsia è una grave complicanza della gravidanza con un’incidenza stimata del 5-8% e può portare la madre a gravi condizioni patologiche, quali convulsioni, coma e a volte decesso.
Tipicamente la preeclampsia si manifesta dopo la 20ma settimana di gestazione; le cause non sono ancora ben definite ma si pensa che determinante sia una non ottimale placentazione. La malattia può evolvere gradualmente, manifestarsi improvvisamente o rimanere silente con sintomi aspecifici come mal di testa o offuscamento della vista fino all’aggravarsi ed allo sviluppo di eclampsia.
Quando si sviluppa la preeclampsia, il flusso di sangue attraverso la placenta si riduce: ciò implica un minor apporto di ossigeno e nutrienti al feto che può mostrare iposviluppo.
La preeclampsia rappresenta la base del 15-20% dei casi di mortalità materna e costituisce una delle cause principali di mortalità e morbilità perinatale.
Soggetti e fattori di rischio
Ci sono numerosi fattori che aumentano le possibilità di sviluppare preeclampsia per una donna in gravidanza:
Prima gravidanza
Se si ha già avuto preeclampsia in gravidanze precedenti
Storia familiare di preeclampsia
Gravidanze in età molto giovane o dopo i 35 anni
Se gravidanza gemellare o plurigemellare
Se si è affetti da malattie renali o ipertensione
Obesità
Il percorso diagnostico
I sintomi della preeclampsia sono spesso aspecifici e confondenti. I segnali clinici di allarme sono la pressione arteriosa elevata (≥140/90 mmHg) e la proteinuria urinaria elevata (≥300 mg/24h) dopo la 20° settimana di gravidanza. Questi indicatori però sono poco specifici ed hanno un basso valore predittivo, per cui non discriminano quale donna svilupperà effettivamente la preeclampsia, quale ha una malattia cronica con sintomi simili e come progredirà la malattia nel tempo.
L’offerta di Roche Diagnostics
Roche Diagnostics ha lanciato sul mercato della diagnostica in vitro due innovativi test sFlt-1 e PlGF che, combinati in un rapporto e utilizzati dalla 20° settimana, possono essere un valido ed affidabile aiuto non solo nella diagnosi di preeclampsia ma anche nella prognosi della patologia: un rapporto basso dei due valori di sFlt-1 e Plgf assicura l’assenza di preeclampsia per una ulteriore settimana di gestazione mentre un rapporto elevato predice la possibilità dello sviluppo di preeclampsia nelle successive 4 settimane di gestazione, migliorando così la gestione della paziente a rischio.
Referenze:
Verlohren S et al. (2010). Am J Obstet Gynecol 202 (161): e1-11
Linee guida per il mangement dell’ipertensione in gravidanza. AIPE
World Health Organization - WHO recommendations for prevention and treatment of preeclampsia and eclampsia. Available at: